Fa tanto freddo? C’è tanta neve? Ebbene la colpa è da cercare nella diminuzione dei ghiacci artici che si verifica in estate. Ricercatori del Research Unit Potsdam of the Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research della Helmholtz Association h
Ma partiamo dall’inizio. Se in estate si verifica un’abbondante ritiro dei ghiacci sul Polo Nord, come si sta verificando negli ultimi anni (l’estate del 2011 è stata seconda solo al 2007 per ritiro di ghiacci), si verificano due effetti importanti. In primo luogo il ritiro dei ghiacci mette in luce
l’acqua oceanica che è molto
più scura dei ghiacci e questo la fa riscaldare notevolmente in quanto trattiene molto calore.
In secondo luogo a causa della ridotta estensione dei ghiacci il calore presente nell’oceano viene rilasciato nell’atmosfera soprattutto in autunno e in inverno. “Queste temperature più elevate possono essere misurate nelle correnti oceaniche in prossimità delle regioni artiche”, spiega Ralf Jaiser, tra i responsabili della ricerca.
Si alterano le circolazioni. Il riscaldamento dell’aria vicino al mare determina dei processi di risalita dell’atmosfera che diventa meno stabile.
“Abbiamo analizzato i caotici movimenti che si vengono a creare e abbiamo dimostrato che si formano delle condizioni che alterano profondamente la circolazione tipica di quest’area”, ha continuato Jaiser. Uno di queste situazioni è la differenza di pressione tra l’Artico e le medie latitudini: la così chiamata “Oscillazione Artica” con notevoli differenze di pressione tra le Azzorre e l’Islanda. Se questa differenza è legata ad un’alta pressione sulle Azzorre e bassa sull’Islanda si formano forti venti occidentali che in inverno portano aria atlantica calda e umida verso l’Europa. Se le condizioni si ribaltano non si formano i venti e l’aria fredda artica è in grado di scendere verso l’Europa, come è avvenuto negli ultimi due inverni e così pure quest’anno.
I calcoli dimostrano che la differenza di pressione con la minore estensione dei ghiacci durante l’estate artica è indebolita durante l’inverno seguente, dando modo all’aria fredda artica di spingersi fino alle medie latitudini.
In futuro inverni sempre più gelidi. All’inizio di questo inverno sembrava che questo nuovo modello non funzionasse alla perfezione, in quanto novembre e dicembre sono stati mesi relativamente caldi per l’inverno, ma ciò era solo dovuti a altri fattori contingenti che bloccavano l’aria fredda artica.
A metà gennaio, però, le cose sono decisamente cambiate e il freddo polare è arrivato fino a noi con tanta neve.
Se così stanno le cose dovremmo aspettarci che questa situazione si ripeterà ancora nei prossimi anni.
tratto da
focus