08/02/15
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Cibo scaduto, non sempre va buttato
Ecco le regole da seguire

Non sempre è necessario essere super-rigidi per quanto riguarda le scadenze. Per evitare gli sprechi, è bene sapere che alcuni alimenti si possono consumare anche dopo la data riportata sull'etichetta.

I dati parlano chiaro: circa un terzo degli alimenti prodotti per il consumo umano viene sprecato, in numeri, sono 1,3 miliardi le tonnellate di cibo buttate via ogni anno. Tra i principali responsabili ci sono le famiglie (42% dello spreco), solo dopo vengono le industrie (39%) e, in fondo alla lista, i catering (14%) e la distribuzione (5%).
Per ridurre lo spreco ci sono diverse accortezze come fare una spesa intelligente - scrivendo a lista della spesa - evitare di comprare più del necessario, controllare bene le etichette dei prodotti e così via. Accorgimenti di buon senso che possono aiutare a evitare di buttare il cibo.

E poi non bisogna nemmeno essere troppo rigidi per quanto riguarda le scadenze. Sarebbe bene, infatti, apporre maggiore enfasi sulla parola “preferibilmente” nella dicitura “l’indicazione “consumarsi preferibilmente entro il”, piuttosto che gettare tutto nella spazzatura.
E se in alcuni casi, come in quello dello yogurt, si possono tenere in frigo gli alimenti anche qualche giorno in più, in altri, come in quello dell’insalata in busta, è meglio anticipare il consumo di 24-48 ore.
Secondo quanto riportato da Ilfattoalimentare.it, le cose starebbero così.

Per gli alimenti senza data di scadenza freschi è meglio consumare i cibi:
    •    Entro 24 ore dal confezionamento: hamburger, carne tritata, fettine di carpaccio
    •    5-6 giorni: carne fresca, tagli grossi e parti intere
    •    7-10 giorni: carne confezionata in atmosfera protetta
Per gli alimenti con data di scadenza:
    •    5-7 giorni (meglio 1-2 giorni prima): insalata in busta
    •    7 giorni (anche 1-2 giorni dopo): latte fresco
    •    30 giorni (anche 6-7 giorni dopo): yogurt e pasta fresca
    •    28 giorni (anche 2-3 giorni dopo): uova
Per gli alimenti “da consumarsi preferibilmente entro il”:
    •    1 anno (meglio non superare i 6 mesi): succo di frutta
    •    12-18 mesi (massimo 1 anno): olio extravergine
    •    16-24 mesi (massimo 1 anno): caffè
    •    24 mesi (anche 1-2 mesi dopo): pasta
    •    2-3 anni (anche 1-2 mesi dopo): conserve in scatola
    •    12 mesi (anche 1-2 mesi dopo): pesce surgelato

Tutte queste indicazioni sono valide solo se la catena del freddo viene rispettata correttamente. Per quanto riguarda gli alimenti conservati fuori dal frigo e i surgelati le etichette riportano il termine minimo di conservazione, che in genere è variabile da 3-6 mesi fino oltre ai 2 anni. Successivamente, è ancora possibile consumare l’alimento, che avrà meno aroma e sapore.

tratto da http://gogreen.virgilio.it/




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