11 dicembre 2010
Uno dei misteri più resistenti dell'antichità potrebbe essere a una
svolta e portare l'attenzione degli appassionati verso un'area oggi
appetita per le sue ricchezze naturali, in particolare per il petrolio.
Una
regione scomparsa tra i fondali del Golfo Persico infatti potrebbe
essere stata abitata da una delle civiltà più antiche del pianeta, oltre
100.000 anni fa.
E' la conclusione a cui sono giunti gli
archeologi dell'Università di Birmingham, nel Regno Unito, che hanno
sciolto così un rebus che li tormentava: scavando lungo le coste del
Golfo, antistanti la penisola araba, avevano portato alla luce circa 60
siti archeologici, comprendenti case, vie di comunicazione, ceramiche
decorate e altre suppellettili all'apparenza frutto di una tecnologia
più avanzata rispetto a quella degli altri insediamenti vicini.
La
soluzione secondo Jeffrey Rose e colleghi è che questi antichi centri
non spuntassero dal nulla, ma fossero le retroguardie di un'antica
popolazione originariamente insediate in aree sommerse dell'Oceano circa
8.000 anni fa.
Gli abitanti di queste regioni sarebbero scampati
all'innalzamento delle acque colonizzando regioni più interne alimentate
dalle sorgenti d'acqua dolce del Tigri, dell'Eufrate, del Karun e da
falde sotterranee, fin quando, dopo l'era glaciale, anche queste terre
divennero desertiche e inospitali a causa di un periodo di forte
siccità.
Fonte