Una delle più importanti riviste americane di psicologia pubblicherà il lavoro di un professore che sostiene di aver dimostrato che gli eventi non ancora accaduti possono influenzare quelli presenti. La comunità scientifica è scettica di GIULIA BELARDELLI
NON c'entrano i tarocchi, né la palla di
cristallo e nemmeno i fondi di caffè. Il futuro si può "sentire". A
dirlo non è un manipolo di chiaroveggenti e fattucchiere ma un gruppo di
scienziati della
di Ithaca, nello Stato di New York. Il loro articolo, intitolato
appunto "Feeling The Future", è il primo studio su fenomeni tipicamente
considerati paranormali a essere stato ammesso su una rivista di
psicologia "seria", in questo caso il .
Finora,
frasi del tipo "me lo sentivo" o "sapevo che sarebbe successo" sono
sempre state bollate dalla scienza come pure suggestioni. Daryl Bem e
colleghi, tuttavia, sono convinti che non sia così. Per dimostrarlo
hanno aspettato otto anni, nel corso dei quali hanno raccolto una "massa
critica di dati" sufficiente a contrastare le obiezioni dei revisori
che avrebbero passato al setaccio il loro lavoro. E ci sono riusciti:
l'articolo uscirà entro fine anno ma ha già suscitato un dibattito
destinato a fare parecchio rumore.
Indagando il fattore "psi".
Il termine chiave con cui psicologi e altri studiosi si riferiscono a
fenomeni inspiegabili è il fattore "psi": con questa lettera greca,
spiega Bem nel suo articolo, "vengono indicati tutti quei processi
anomali di trasferimento di energie e informazioni
che non hanno una spiegazione fisica o biologica". Tra questi,
la telepatia, la chiaroveggenza, la psicocinesi (ovvero l'influenza
apparente di pensieri e intenzioni su processi reali indipendenti), la
precognizione e la premonizione di eventi futuri. La grande maggioranza
del mondo accademico, soprattutto in psicologia, non crede in questi
fenomeni, eppure il rigore scientifico degli esperimenti presentati da
- che per inciso è sì un appassionato di fenomeni paranormali, ma anche
uno psicologo stimato a livello internazionale per i suoi lavori sulla
percezione del sé - ha lasciato attoniti anche i più ferventi oppositori
dell'esistenza di psi.
Prevedere il futuro. Per
riuscire a dimostrare l'esistenza di una "specie di relazione" tra
eventi che devono ancora accadere e le decisioni che prendiamo nella
vita quotidiana, lo psicologo ha esaminato oltre mille studenti
volontari, sottoponendoli a nove esperimenti. La novità dell'approccio
sta nell'aver preso in considerazione fenomeni ben noti, invertendone
però l'ordine logico-temporale. In sintesi, ciò che di solito viene
interpretato come la causa di un comportamento, negli esperimenti è
stato mostrato o raccontato solo dopo il verificarsi dell'evento stesso.
I risultati - considerati statisticamente rilevanti in otto casi su
nove - hanno mostrato che i processi analizzati funzionano anche se la
causa arriva dopo la scelta, come se le nostre azioni fossero il frutto
di qualcosa che deve ancora avvenire.
Sperimentare la premonizione.
In uno di questi esperimenti, ad esempio, Bem ha testato un fenomeno
psicologico studiato a lungo: il priming affettivo. Nello scenario
classico una persona, dopo aver osservato un parola su uno schermo, deve
giudicare nel più breve tempo possibile se un'immagine è piacevole o
meno. Da tempo è stato notato che se la parola che precede l'immagine ha
un significato inverso rispetto alla figura (ad esempio, l'aggettivo
"brutto" e un disegno piacevole) le persone impiegano più tempo a
rispondere. Il ricercatore americano ha dunque rigirato l'esperimento: i
partecipanti vedevano l'immagine e dovevano esprimere un giudizio prima
di leggere. Stranamente, anche in questo caso quando la parola (scelta
casualmente dal computer solo dopo la risposta) aveva un significato
opposto, i soggetti impiegavano più tempo a esprimere un giudizio. Allo
stesso modo, Bem ha testato altri effetti psicologici come l'attrazione
verso cose piacevoli, l'istinto ad allontanarsi dai pericoli, la
facilità con cui si richiamano parole e oggetti già visti: in tutti i
casi, ha invertito l'ordine temporale, ottenendo sempre come risultato
la conferma della retroattività della causa.
Fisica o evoluzione?
Riguardo le origini di questa capacità, lo psicologo non ha dubbi: una
volta apparsa, psi è stata selezionata positivamente per gli indiscussi
vantaggi che porta con sé. La possibilità di predire la presenza di
pericoli così come di prevedere dove c'è qualcosa di attraente avrebbe
conferito e continuerebbe a conferire benefici notevoli a chi la
possiede. Ma come giustificare tali fenomeni? Su questo Bem mette le
mani avanti, scrivendo che spesso nella scienza i dati empirici arrivano
quando le spiegazioni non sono state ancora neanche immaginate e che
varie altre teorie ritenute impossibili si sono poi rivelate vere. A
metafora delle sue scoperte, prende l'esempio della meccanica
quantistica: all'inizio - ricorda lo psicologo - anch'essa fu oggetto di
numerosissime critiche, eppure oggi è la teoria su cui poggia gran
parte della fisica moderna
Le reazioni. Com'era
prevedibile, lo studio ha suscitato un certo clamore nel mondo
accademico. A passarlo al vaglio è stato un team di quattro revisori,
che pur avendo suggerito delle modifiche non hanno riscontrato alcuna
incongruenza di fondo. "Personalmente, credo che tutto ciò sia ridicolo e
non possa essere vero - scrive su
Joachim Krueger, psicologo della Brown University (Providence) che ha
fatto di tutto per trovare un tallone d'Achille al lavoro di Bem -
tuttavia dal punto di vista della metodologia e di come è sono stati
disegnati gli esperimenti, lo studio è inattaccabile". Charles Judd,
responsabile editoriale della pubblicazione sul
Journal, ha
fatto sapere che l'articolo sarà accompagnato da un editoriale che
solleverà dei dubbi. "La speranza - ha precisato - è che altri studiosi
colgano la sfida e provino a replicare questi risultati". Finora si è
cimentato solo un gruppo dell'Università di Pittsburgh, ma senza
successo (forse per aver utilizzato un questionario via internet). Daryl
Bem, intanto, ha affermato di essere già stato contattato da decine di
ricercatori con la richiesta di maggiori dettagli.
Credere l'impossibile.
Prevedendo lo scetticismo che avrebbe incontrato (anche se per questo
non ci voleva una gran psi), Bem conclude il suo articolo con una
citazione da
Alice nel paese delle meraviglie, il capolavoro
con cui Lewis Carroll ha fatto sognare intere generazioni di bambini. Al
termine del suo incontro con la Regina di Cuori, Alice esclama: "Non si
può credere a una cosa impossibile!". "Oserei dire che non ti sei
allenata molto", risponde la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo
sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose
impossibili prima di colazione". Siete più convinti ora?
(12 novembre 2010)Fonte