L’importante ritrovamento a San Salvatore tenuto a lungo segreto per evitare il saccheggio
Sono riemerse da un passato antichissimo per raccontare un inedito
capitolo della storia ogliastrina. Sono le diciannove asce in bronzo
rinvenute nell'insediamento di San Salvatore, sito archeologico che
domina la costa di Tortolì, e custodite per pochi giorni nella sede
dalla Guardia di Finanza ad Arbatax per il timore dei tombaroli. Le
armi, preziosissima testimonianza della civiltà nuragica, hanno poi
preso la strada della Sovrintendenza dei beni archeologici di Nuoro.
Il clamoroso rinvenimento risale a tempo addietro ma tutto è stato
accuratamente nascosto proprio per evitare che i tombaroli
saccheggiassero il sito prima del completamento degli scavi. La notizia è
rimasta talmente segreta che del rinvenimento dei reperti non è stata
informata neanche l'amministrazione comunale della cittadina. «L'abbiamo
saputo di straforo - fanno sapere dal palazzo municipale di via
Garibaldi - e abbiamo subito inviato lettera di protesta al sindaco di
Villagrande, comune capofila del Piano integrato d'area archeologico,
chiedendo di essere messi al corrente di ogni fatto importante che si
verifica all'interno del sito di San Salvatore, soprattutto in presenza
di notizie positive come quella del rinvenimento delle asce».
Il rinvenimento è stato effettuato dall'équipe che si sta occupando
della campagna di scavi finanziata attraverso il Pia e coordinata dal
direttore della Sovrintendenza, l'archeologa Maria Ausilia Fadda. Nel
progetto, che punta alla valorizzazione del patrimonio archeologico
ogliastrino, sono coinvolti i comuni di Villagrande con S'Arcu e is
Forros e di Lanusei con Selene. Il sito di S'ortali e su Monte, a
maggior ragione dopo la recente scoperta, viene considerato di grande
interesse dagli studiosi. Il complesso comprende un nuraghe monotorre
con antemurale ed un piccolo villaggio. A poca distanza del complesso si
trovano anche una tomba di giganti e tre menhir, a testimonianza del
fatto che l'insediamento appartiene a età diverse. In passato ha
riservato altre, interessanti scoperte. Uno scavo, effettuato negli anni
1990 e 1991 dalla stessa Maria Ausilia Fadda ha permesso di riportare
alla luce numerose capanne all'esterno dell'antemurale e di alcune
strutture che si addossano alla cinta muraria. In due capanne circolari
con al centro dei focolari è stata riscontrata la presenza di utensili
come ceramiche, macine e pestelli. Sempre nell'area sono stati riportati
alla luce nove siloi per la conservazione di derrate alimentari. Il
rinvenimento di numerosi resti di granaglie ha indotto gli esperti a
ritenere che l'accumulo di surplus fosse destinato agli scambi e quindi
il sito di S'ortali e su Monte potesse essere un importante snodo
commerciale. Ora con la scoperta dell'armeria nuragica è facile
ipotizzare che a protezione del complesso che si trova a due passi dalla
spiaggia di Orrì vi fosse una guardia armata.
Il Pia archeologico ogliastrino, partito nel lontano 2001 con una
dote di sei miliardi delle vecchie lire, è andato incontro a diverse
vicissitudini che ne hanno bloccato l'iter e rallentato l'attuazione
dell'Accordo di programma. Ma ora grazie all'intervento, considerato
un'occasione un'occasione di sviluppo turistico ed economico, si potrà
approfondire una capitolo della storia millenaria di questa terra e del
sito di San Salvatore, uno dei rari esempi di nuraghe realizzati a poca
distanza dal mare.
GIUSY FERRELI
30/05/2010
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