Il campo magnetico di allora non è diverso da quello di oggi
Durante l’antichità il campo magnetico della Terra presentava una struttura simile al modello a due poli che conosciamo oggi. Secondo i ricercatori dell’Università di Princeton
che hanno condotto lo studio, questo suggerisce che i metodi impiegati
dai geologi per ricostruire la geografia delle prime terre emerse sul
globo sono affidabili. Il team ha osservato dettagliatamente alcune
rocce vulcaniche vecchie di 1,1 miliardi di anni che si affacciano
sulla sponda nord del Lago Superiore, dimostrando che l’antico campo
magnetico terrestre era un dipolo assiale geocentrico
– essenzialmente una grande barra magnetica centrata sul nucleo
terrestre e allineata con l’asse di rotazione. Da altri studi
effettuati sulle stesse rocce da altri gruppi di ricerca si era giunti
alla conclusione che il il campo magnetico del tempo fosse molto più
complesso, comprendente addirittura quattro o otto poli.
Lo studio del tema di Princeton è pubblicato su Nature Geoscience
e afferma che gli sforzi precedenti per interpretare l’antico campo
geomagnetico a partire dalle rocce del Nord America erano tratti in
inganno dalla rapida migrazione dei continenti verso l’equatore di quel
periodo. I ricercatori hanno mostrato che il campo magnetico terrestre
è più stabile nel tempo di quanto si pensasse. I dati raccolti mostrano
che quanto la lava che si trova nella regione del Lago Superiore
eruttò, le forze geologiche stavano separando l’America del nord per
formare il Keweenawan Rift. I ricercatori hanno usato piccoli minerali
magnetici che si trovano all’interno delle rocce vulcaniche per
registrare l’orientamento del campo magnetico al tempo
dell’eruzione. Conoscendo l’orientamento di queste venature di
minerale, gli scienziati possono dedurre la latitudine a cui si
trovavano quando la lava affiorò sulla superficie della Terra e si
raffreddò. Ognuno di essi puntava a dove si trovava il “paleo-nord”.
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