Brown, il codice dei massoni
In "Lost Symbol" un intreccio fra Logge e Cia
CORRISPONDENTE DA NEW YOK |
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Il 15 settembre esce in tutto il mondo in lingua inglese Lost Symbol
il nuovo libro di Dan Brown. In attesa dell’arrivo in libreria, il
romanzo ambientato nella Washington della massoneria svela uno ad uno
gli elementi della trama attraverso Twitter.
La prima indicazione, messa in rete dall’editore Doubleday, consta di
due numeri: «29,979093 e 31,133891». Andando su Google Maps ci si
accorge che sono le coordinate geografiche esatte della Grande Piramide
di Giza, in Egitto. Proprio al profilo di questa Piramide si richiama
il triangolo rosso che campeggia sulla copertina di Lost Symbol,
all’interno del quale c’è il Campidoglio di Washington con sopra il
solenne sigillo di un documento su pergamena. La sovrapposizione fra la
piramide e il Capitol del Congresso evoca lo scenario di un classico
thriller: Washington è la capitale della massoneria ovvero la città che
porta il nome del fondatore degli Stati Uniti, a sua volta massone, e
che venne disegnata dall’architetto Pierre L’Enfant, anch’egli massone.
La seconda segnalazione su Twitter riguarda non a caso la mappa di
Washington: e mette in rilievo la stella che viene fuori collegando i
sei punti di Dupont Circle, Logan Circle, Scott Ciralle, Washington
Circle, Mount Vernon Square e la Casa Bianca. Anche le coordinate dei
sei luoghi sono state messe su Google Map. e facendo attenzione alla
mappa ci si accorge che verso Dupont Circle, Scott Circle e Washington
Circle si dirigono le sei maggiori arterie cittadine, evocando il
numero satanico 666. Se poi si uniscono i punti topografici relativi a
Casa Bianca, Campidoglio, Memoriale di Lincoln e Memoriale di Jefferson
si ottiene la forma di un diamante, tradizionale simbolo massone al
pari della piramide che campeggia sui biglietti da un dollaro ornata
con 13 gradini e la scritta in latino «Novo Ordo Seclorum» ovvero un
«nuovo ordine nei secoli».
A tale riguardo un altro indizio utile sulla trama del libro di Brown viene dal primo titolo che era stato ipotizzato ovvero The Solomon Key
in riferimento alla «Chiave di Salomone» che secondo l’esperto di
simboli massonici Wayne Hershel evoca poteri e scritti su Re Salomone
che era noto nell’antica terra d’Israele per avere il potere di
«controllare i demoni». (Angeli e demoni è non a caso il
titolo del primo libro di Dan Brown, uscito nel 2000. Lì nasceva la
figura del professor Robert Langdon che ritroveremo nel Codice da Vinci del
2003 e che ovviamente è anche il protagonista di questo libro.
Professore presso l’Università di Harvard, nonché stimato esperto
internazionale di simbologia religiosa, il personaggio di Langdon è
interpretato dall’attore Tom Hanks nella trasposizione cinematografica
degli omonimi romanzi).
Poi c’è la data di uscita del libro di Brown: 15 settembre, giorno di
festa alle origini del cristianesimo quando i fedeli vi celebravano la
Sacra Croce. Brown da tempo sostiene che anche egiziani e massoni hanno
a che fare con il 15 settembre, al pari dell’obelisco del Washington
Monument sulla cui cima c’è un’altra piramide, sebbene in miniatura.
Altre tracce sulla trama del libro che Doubleday ha disseminato su
Twitter riguardano soggetti che non potrebbero essere più differenti:
il Pentagono, la figura di Virginia Dare, il primo neonato americano di
una coppia di immigrati britannici, la teoria del Tytler Cycle
elaborata dallo storico scozzese Alexander Tytler (sostiene che «i
cicli storici si ripetono»), la spia tedesca Frederick Duquesne, Gesù e
un compasso, ennesimo diretto riferimento al mondo massonico.
Ma ciò che più colpisce è l’inserimento in questo canovaccio della Cia
attraverso il monumento Kryptos che sorge nel campus di Langley ed è da
generazioni oggetto di continui tentativi di decrittazione delle
centinaia di lettere incise sulle pareti a forma di serpente. Tre
quarti del monumento è stato finora decrittato portando a identificare
alcune coordinate geografiche a Sud di Langley ma resta l’ultima parte
da svelare e Dan Brown lascia intendere che potrebbe aver tentato di
sfidare quest’imponente tabù nel cuore della «intelligence community».
Tali e tanti indizi portano critici cinematografici e grande pubblico
ad attendersi dopo il libro un film rilevatore sulla genesi massonica
di Washington ma nel mondo delle logge del Nord America si respira ben
altra aria. Per accorgersene basta parlare con Robert Huke, direttore
dello sviluppo della loggia più importante del Massachusetts, con la
sede sulla Tremont Street poco lontano dal luogo dove sabato si sono
svolte le esequie di Ted Kennedy. Huke non vuole sentir parlare né di
Dan Brown né di rituali massonici sul grande schermo perché
«volgarizzano la nostra vita e le nostre tradizioni» e «ci trasformano
in un fenomeno da baraccone: quello che non siamo in America».
Una cartina di Washington con la stella e il diamante che si ottiene
unendo i punti che le anticipazioni uscite su Twitter danno come
importanti nel nuovo libro di Dan Brown. Tanto la stella, quanto il
diamante assumono importanza nella simbologia in gran parte massonica
che percorre tutto il romanzo. A sbrogliarsi fra questi simboli sarà
ancora il professor Langdon.
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