Roma, 15 apr. (Apcom-Nuova energia) - I dettagli dell'operazione sono illustrati sullo stesso blog dal CEO di Solaren, Gary Spirnak, che ha anche annunciato un progetto esecutivo per la prossima estate. I primi progetti dettagliati su questo modello di cattura dell'energia solare sono stati sviluppati in particolare dalla Nasa negli anni dal 1970 al 1990. Il vantaggio è teoricamente legato al fatto che nello spazio l'efficienza unitaria dei pannelli fotovoltaici è maggiore che sulla Terra, la radiazione solare non subisce alterazioni legate alle variazioni meteorologiche e stagionali, e non ci sono limiti di "spazio" per la dimensione degli impianti. Ovviamente "qualche" problema presentano gli aspetti tecnologici e, soprattutto, economici. Legati non solo al trasporto e all'assemblaggio di gigantesche distese di pannelli solari in orbita, ma anche alla trasmissione dell'energia prodotta. Quest'ultima dovrebbe avvenire trasformando nello spazio
l'elettricità in onde radio, da indirizzare in una apposita stazione ricevente sulla Terra (situata a Fresno, in California), ove i fasci di microonde dovrebbero poi essere nuovamente trasformati in energia elettrica per essere immessa nella rete di PG&E. PG&E e Solaren Corp (che ha una rilevante esperienza nell'industria aerospaziale) si dichiarano tuttavia ottimisti, e in grado di concretizzare a costi accettabili la prima generazione elettrica nello spazio a partire dal 2016.
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