Il Louvre di Parigi e la National Gallery di Londra ospitano due dipinti di Leonardo da Vinci che portano lo stesso nome e che molto si assomigliano. Si tratta de La Vergine delle rocce, opera sicuramente fra le più intriganti del grande maestro toscano.
Nel quadro della National Gallery, dipinto fra il 1495 ed il 1508, quattro figure immerse nel classico chiaroscuro di Leonardo sono disposte secondo un modulo fondamentale della composizione del Cinquecento, ossia la struttura a piramide.
Al centro vi è la Madonna, seduta leggermente più in alto di San Giovannino, che cinge con una mano e con un lembo del mantello, in quello che sembra un evidente segno di protezione. L’altra sua mano è tesa sopra il capo di Gesù bambino, il quale è abbracciato da un angelo che siede alla sua destra. Sguardi e gesti collegano fra di loro le quattro sacre figure.
Ma è la versione del quadro che si trova al museo del Louvre ad essere giudicata la più bella; era stata dipinta per prima, fra il 1483 ed il 1486.
Anche qui si ammira la Madonna, figura centrale, la mano destra posata su San Giovannino, così come parte del suo mantello, in un gesto di protezione, mentre l’altra mano, con le dite leggermente arcuate, pare calare incerta sulla testa del Bambin Gesù, ritratto in posizione più bassa rispetto a San Giovannino.
Ciò che più cattura e affascina è sicuramente l’angelo. Un angelo che seduto alla destra del Bambin Gesù volge lo sguardo di lato, verso lo spettatore che guarda il dipinto, un sorriso enigmatico e sottile sul viso mentre con un dito indica San Giovannino.
L’angelo è stato identificato come Uriel, un nome che letteralmente significa “Luce di Dio”. Uriel è, nella tradizione, l’angelo che interpreta le profezie e che porta all’uomo la conoscenza e la comprensione del divino.
Questa prima versione del quadro aveva suscitato clamore in seno alla comunità ecclesiastica, in quanto da esso si pensava di capire che Leonardo volesse attribuire maggior importanza a San Giovannino e meno importanza al Bambin Gesù. Leonardo era persino stato accusato di appartenenza alla setta eretica dei Giovanniti, la quale denunciava Gesù come un falso profeta e riconosceva il Messia in San Giovanni.
Come quasi tutte le opere di Leonardo, e a seconda delle tendenze di pensiero, anche nella Vergine delle rocce si può vedere un evidente, seppur celato, simbolismo, anche se esso appare di difficile interpretazione. Fatto è che Leonardo fu obbligato a rifare il dipinto apportandovi sostanziali cambiamenti, cosa che fece avvalendosi dell’aiuto di suoi apprendisti e creando così la seconda versione del dipinto, quella che oggi si trova alla National Gallery di Londra.
A San Giovannino, Leonardo mise il bastone con il quale viene spesso rappresentato e un’aureola apparve a cingere il suo capo. Anche il capo del Bambin Gesù venne cinto da un’aureola; la Madonna venne dipinta con dimensioni più piccole rispetto alla prima versione.
Il cambiamento che più colpisce è però quello che riguarda l’angelo. Uriel non volge più lo sguardo verso lo spettatore e inoltre viene rappresentato con un viso di fanciulla. E soprattutto scompare quel suo dito teso ad indicare San Giovannino.
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