Non segue leggi di mercato, ma quelle dello spazio. E’ così che la Kayser Italia di Livorno continua a volare e sempre più in alto. E’ un’azienda solida quella che si immerge nel cuore delle colline livornesi; in un silenzio sorprendente, i locali ovattati, ospitano una quarantina di super cervelli: ingegneri e informatici, in gran parte giovani livornesi, impegnati a forgiare strumenti per ‘andare in orbita’
Livorno, 14 gennaio 2009 - Non segue leggi di mercato, ma quelle dello spazio. E’ così che la Kayser Italia di Livorno continua a volare e sempre più in alto. "Abbiamo contratti che coprono i prossimi anni – dice il presidente Valfredo Zolesi – anche se in Italia la ricerca è uno di quei settori che subiscono tagli, quando c’è da risparmiare qualche soldo. Come se della ricerca si potesse fare a meno". E’ un’azienda solida quella che si immerge nel cuore delle colline livornesi; in un silenzio sorprendente, i locali ovattati, ospitano una quarantina di super cervelli: ingegneri e informatici, in gran parte giovani livornesi, impegnati a forgiare strumenti per ‘andare in orbita’. "Nel 2009 – spiega Zolesi – porteremo a termine alcuni progetti che ci stanno particolarmente a cuore. Un paio di missioni alle quale stiamo lavorando da anni". A partire da quella sulla stazione spaziale per progetti di fisiologia umana e l’altra a
bordo della navetta russa Soyuz per fare esperimenti di biologia, sui lieviti.
Ma l’obiettivo della Kayser è arrivare su Marte: in cantiere c’è infatti la fase iniziale dello studio di strumenti per cercare la vita su Marte. Un progetto che punta al 2016: «Quando qualcuno mi dice: cosa sarà Livorno nel 2010? Io rispondo: il 2010 è domani, noi partiamo dal 2016». Il ruolo della Kayser sarà quello di elaborare uno strumento che consentirà all’astronauta, che scenderà su Marte, di capire se c’è stata la vita e se c’è ancora. E’ una grande progetto, che la Kayser di Livorno porta a avanti con l’Agenzia spaziale italiana . Ma l’azienda labronica non si ferma qui e, nel 2010 cioè domani, volerà con una capsula cinese Shenzhou: "La nostra responsabilità è quella di realizzare un incubatore – dice Zolesi - per far crescere materiale biologico sullo spazio". La mente del presidente della Kayser è vulcanica, qual è il suo sogno? "Mandare i favolli sullo spazio, dopo la missione del Sassicaia!" dice ridendo.
"Dal punto di vista scientifico, la mia aspirazione è quella di fare attività con gli astronauti che possano portare risultati per la vita di tutti i giorni. Soprattutto gli studi che facciamo sull’osteoporosi e sull’ atrofia muscolare possono servire a terra per aiutare le persone che hanno subito lesioni spinali". Usare lo spazio per cercare di capire come avvengono questi fenomeni e trovare delle soluzioni è importante. Ed è in questa dimensione che il presidente svolge il suo lavoro, coniugandolo con la famiglia e con un altro grande impegno: quello di diacono nella diocesi di Livorno. "Non è facile trovare un equilibrio – dice Zolesi – perché ognuno tira la giacca. Cerco di guidare l’azienda rispettano valori etici e morali, alla fine la cosa che mi dà più gratificazione è che diamo lavoro a quaranta persone, super specialisti" .
Zolesi è riuscito a far rientrare i cervelli livornesi dall’estero: dall’86 quando l’azienda è nata a capitale misto italo-tedesco per diventare, dal ’95, tutta italiana. Italiana e livornese: "Sono nato nell’Argentario, da una famiglia di marinai. Poi, per vari motivi, ci siamo trasferiti a Livorno e, da pochi anni, abbiamo trasferito l’azienda nell’immobile di via di Popogna che un tempo ospitava una vecchia fabbrica di tessuti". E la Kayser, oltre ad andare nello spazio, costruisce borse dove gli astronauti mettono i loro strumenti; tutto, rigorosamente, made in Leghorn.
Michela Berti
http://lanazione. ilsole24ore. com/livorno/ 2009/01/14/ 144251-kayser_ vuole_andare_ marte.shtml