24 Novembre 2008 - La scoperta di una piccola cavità in quella di Cheope avvalora l'ipotesi di un tunnel inclinato e a forma di spirale che dalla base raggiungeva la sommità. L'architetto Jean-Pierre Houdin: "Per secoli ignorata l'evidenza che era lì"
Da antiche civiltà scomparse agli extraterrestri. Le ipotesi sul modo con cui furono costruite le piramidi egizie si contano a decine. Ma rimanendo con i piedi per terra e seguendo i canoni della scienza le congetture su come gli Egizi impilarono più di due milioni di blocchi pesanti anche 70 tonnellate si restringono a poco più di un paio.
Secondo l'idea che va per la maggiore i blocchi furono sovrapposti attraverso una rampa esterna sulla quale venivano fatti scivolare i giganteschi "mattoni". Ma ora la scoperta di una piccola cavità potrebbe dare ragione all'ipotesi in base alla quale la piramide di Cheope, risalente a circa 4.500 anni fa, fu costruita dall'interno, attraverso un tunnel inclinato e a forma di spirale che dalla base della piramide raggiunge la sommità.
Questa ipotesi è stata avanzata dall'architetto francese Jean-Pierre Houdin il quale ha detto: "Per secoli gli archeologi hanno ignorato l'evidenza che era lì di fronte a loro. L'idea che le piramidi furono costruite dall'esterno era proprio sbagliata. Ma se si parte da un elemento base errato per risolvere un problema non si arriverà mai alla soluzione. E questo è ciò che è successo nello studio delle piramidi egizie".
"In realtà tutte le ipotesi che sostengono che le piramidi furono costruite dall'esterno presentano dei problemi irrisolvibili, anche se considera la possibilità di un'unica lunghissima rampa di accesso. Per trasportare blocchi a 147 metri d'altezza, la rampa sarebbe dovuta essere lunga almeno un chilometro e mezzo. Sarebbe stato come costruire due piramidi anziché una", ha detto l'egittologo Bob Brier della Long Island University di New York (Usa).
L'ipotesi invece che vuole che la rampa sia stata costruita ruotando attorno alla piramide avrebbe reso impossibile o per lo meno alquanto complesso ai costruttori l'utilizzo degli angoli e dei lati necessari per i calcoli durante la costruzione. "L'ipotesi poi, avanzata da Erodoto nel 450 avanti Cristo, che per la costruzione si sarebbero utilizzate gru o rampe di legno non sta in piedi perché per fare ciò non ci sarebbe stato legno sufficiente in tutto l'Egitto", sottolinea Brier.
Ma cos'ha di innovativo l'ipotesi di Houdin? Secondo l'architetto la Grande Piramide fu costruita in due stadi. I blocchi furono trascinati su di una rampa per costruire la base della piramide, che contiene la maggior parte dei blocchi. Nella seconda fase i blocchi utilizzati all'esterno per la rampa iniziale furono riciclati per la parte superiore della piramide e questo potrebbe spiegare perché non ci sono tracce del piano inclinato originale. Josef Wegner dell'Università della Pennsylvania (Usa) ha detto: "L'idea di utilizzare piccoli blocchi già squadrati per costruire la rampa più bassa, per poi smantellarla al fine di utilizzare il materiale per i piani superiori è sensata e logica, anche perché avrebbe accelerato di molto la costruzione" .
Spiega Houdin: "Dopo aver costruito la fondazione della piramide, gli operai iniziarono a costruire un tunnel inclinato, interno alla piramide e a forma di cavatappi che seguì la crescita della piramide stessa fino alla sua cima. Poiché il tunnel si trova dentro la piramide, quando venne terminata alcuni blocchi chiusero l'uscita e il tunnel, in pratica, scomparve dalla vista".
Questa ipotesi trova ora conferma in una prova importante. A circa 90 metri d'altezza vi è una specie di buco che recentemente è stato raggiunto con tecniche alpinistiche ed esplorato da videoperatori del National Geographic. Brier ha accompagnato i tecnici e una volta raggiunto quel foro l'archeologo si è trovato di fronte a una piccola stanza a cielo aperto forma di "L". A dire il vero non era la prima volta che quell'antro è stato esplorato, ma fino a oggi gli archeologi non gli hanno dato importanza. Ma per Houdin quell'area era la ciliegina sulla torta. Nella sua ipotesi infatti, il tunnel in salita richiedeva aree a cielo aperto ai quattro angoli della piramide necessari per far girare i blocchi di 90 gradi. Questi probabilmente venivano ruotati per mezzo di tronchi di legno.
L'apertura studiata recentemente si trova esattamente in un punto in cui si dovrebbe trovare secondo il modello in tre dimensioni costruito da Houdin. I due tunnel che si dipartono dalla piazzola oggi non si vedono perché probabilmente furono sigillati una volta terminata la costruzione della piramide.
L'ipotesi trova ulteriore riscontro in una ricerca condotta nel 1986: tecnici francesi trovarono variazioni di densità all'interno della piramide che potrebbero coincidere con la presenza di un tunnel interno.
C'è modo di scoprire la galleria di servizio senza dover demolire parte della piramide? Secondo Houdin sarebbe sufficiente fare uno studio all'infrarosso della piramide, in quanto il calore emesso dalle pareti varierebbe rispetto al resto là dove è presente il tunnel in salita. "L'unica cosa necessaria è l'autorizzazione delle autorità dell'Egitto - ha precisato l'architetto - Dopo basterebbe rimanere con una camera all'infrarosso puntata su tre lati della Piramide per circa 18 ore, osservando il calore che fuoriesce. Se l'ipotesi è corretta dovremmo poter osservare l'andamento del tunnel".
Sarebbe una grande scoperta per l'Egitto e il mistero delle grandi piramidi sarebbe risolto per sempre.
Fonte: repubblica.it
del 18 novembre 2008
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