Gli abitanti delle Maldive non vogliono fare la fine di Atlantide. A causa del riscaldamento globale inizia l'arcipelago rischia di finire sott'acqua. Il presidente Mohamed Nasheed corre ai ripari creando un fondo sovrano per acquistare una nuova patria in caso di innalzamento del livello del mare. "Non possiamo fare niente per fermare il cambiamento climatico, cosi' siamo costretti a comprare terre altrove", ha detto al quotidiano inglese The Guardian il Nasheed, eletto appena un mese fa nelle prime consultazioni democratiche del paese. Le Maldive, tra le piu' ambite mete turistiche del mondo, sono costituite da 1.192 isole coralline alte appena 1,5 metri sul livello del mare. Sarebbero le prime ad essere sommerse per un'eventuale innalzamento dell'Oceono Indiano dovuto all'effetto serra. L'idea e' quella di creare un fondo sovrano con i proventi del turismo sullo stile di quelli aperti dai paesi arabi produttori di petrolio. "Il Kuwait investe in
compagnie, noi investiremo in terre", ha detto Nasheed. "Non vogliamo lasciare le Maldive, ma non vogliamo nemmeno vivere come rifugiati nelle tende per decenni", ha aggiunto. Il presidente uscente, Maumoon Abdul Gayoom, che ha governato sull'arcipelago per 30 anni, ad aprile aveva scritto un libro in cui evidenziava una simile catastrofica ipotesi. L'unica soluzione - aveva scritto - e' spostare i cittadini in terre piu' sicure, a meno che non si vogliano costruire alti muri sulle 193 isole disabitate, ma sarebbe troppo costoso. (AGI)
(10 novembre 2008 ore 18.14)
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