AMBIENTE
1/9/2008
ROMA
Uno scienziato dell’Università di Edimburgo ha progettato una nuova arma nella lotta contro il riscaldamento globale: una flotta di 1500 barche a vela senza equipaggio capaci di creare scie di acqua nebulizzata che riflettano meglio il calore del sole. Il progetto - riferisce The Times - prevede che vascelli azionati da una tecnologia a motore rotante pattuglino aree specifiche dell’Oceano spruzzando piccolissime gocce di acqua di mare nelle nuvole sovrastanti. Le goccioline aumenterebbero la superficie in modo da «far brillare le nuvole» e così riflettendo più radiazioni del sole nello spazio; in questo modo si contrasterebbe il riscaldamento causato dai combustibili fossili.
«La bellezza di questo sistema - dice Stephen Salter, autore di un articolo pubblicato sulle Philosophical Transactions di Royal Society - è che funziona con vento e acqua marina. Si può applicare localmente, per raffreddare l’Artico o i mari attorno alle barriere coralline». «Potremmo addirittura - aggiunge lo studioso - concederci di tornare indietro a una piccola era glaciale. Gli effetti possono essere attivati o interrotti completamente in caso dovesse accadere qualcosa di inaspettato».
Le «navi spruzza nuvole» saranno alimentate dal vento utilizzando una forza rotazionale aerodinamica sperimentata già 80 anni fa. L’«effetto Magnus» fu osservato per la prima volta da Sir Isaac Newton mentre guardava i giocatori di tennis che tiravano a effetto per cambiare la traiettoria delle palle.
Nel 1926 una nave che sfruttava la forza rotazionale, progettata da Anton Flettner attraversò l’Atlantico, ma poi la tecnologia non fu sviluppata a causa della Grande Depressione. Materiali moderni e aumento dei costi energetici hanno spinto ad una rivalutazione del sistema: all’inizio del mese la Enercon tedesca ha lanciato la prima nave mercantile a rotore.
Le navi, che potranno costare da 1 a 2 milioni di sterline e muoversi ad una velocità di crociera compresa tra gli 8 e i 24 nodi, useranno delle turbine a elica anche per i generatori di nebbioline. L’acqua del mare verrebbe filtrata prima di essere spinta attraverso dischi del diametro di 15 cm perforati con un miliardo di piccoli buchi, in modo da produrre una nebbia di goccioline ognuna più piccola di un micron. Queste gocce sarebbero poi soffiate nei cieli con dei ventilatori montati all’interno dei cilindri dei motori: le «navi crea nuvola», del peso di 300 tonnellate, saranno teleguidate da una centrale operativa. Salter stima che per portare avanti il progetto servono 20 milioni di sterline: una volta che le navi saranno in acqua potranno anche fungere da laboratori scientifici galleggianti per raccogliere dati su meteo e inquinamento e informazioni sulle acque dell’oceano, sulle popolazioni marine e sui parametri chimici delle acque.
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