Il mistero della vita sul Pianeta Rosso fa litigare gli scienziati di tutto il mondo
Marte Le ultime scoperte della sonda Phoenix hanno dato vita a una quantità di ipotesi contraddittorie
Antonio Angeli
a.angeli@iltempo. it
Non sono proprio come li avevano immaginati gli autori dei film di fantascienza, ma i marziani, stando alle ultime ricerche della sonda «Phoenix» esistono, o almeno è molto probabile che ci siano.
Non hanno antenne o occhi a tre colori e nemmeno terribili strumenti di morte: sono, probabilmente, dei semplici batteri, forse una forma di vita un po' più evoluta, al massimo un qualche vermicello, ma talmente piccolo da non essere buono nemmeno per pescare.
Sull'esistenza dei marziani in questi ultimi giorni gli esperti hanno dibattuto in modo accesissimo, con una serie di colpi di scena a raffica tipo il telefilm «24». Cerchiamo di raccapezzarci: l'ultimo giorno di luglio, giovedì 31, gli astrofisici di tutto il mondo vengono scaraventati giù dal letto, la Nasa annuncia: «Su Marte c'è acqua». E l'acqua, si sa, è la base qualunque forma di vita, passata, presente o futura. La scoperta è stata fatta dalla sonda «Phoenix», che, dopo un lungo viaggio nello spazio, il 25 maggio scorso, è atterrata sul Polo Nord di Marte. La sonda, dotata di un sofisticato laboratorio in grado di effettuare analisi e di mandare i risultati a noi, sulla Terra, aveva inizialmente in programma tre mesi di ricerche che dopo la scoperta sono stati subito aumentati a cinque. Fino a quel giorno che su Marte ci fosse acqua era solo una deduzione. Ora che il robot della Nasa ha raccolto un pezzetto di ghiaccio, lo ha scaldato
e ha verificato che diventava acqua c'è la certezza scientifica. «Abbiamo trovato quelli che sembrano essere gli elementi base per sostenere la vita», ha detto nel corso delle analisi Samuel Kounaves, della Tufts University, uno dei ricercatori impegnati nel progetto. Non solo, Peter Smith, comandante in capo della missione, ha aggiunto: la Nasa vuole capire «se questa parte di Marte era una zona abitabile, se qualcuno avrebbe potuto viverci». Viverci? Come sarebbe a dire viverci? Le persone dotate di fantasia hanno cominciato a pensare che forse, davvero, i marziani avevano le antenne e l'occhione tricolore, tipo «La guerra dei mondi». Pochi giorni dopo, l'altroieri, martedì, la doccia fredda: nel terreno di Marte c'è il perclorato, una sostanza tossica (sulla Terra viene usata come combustibile per razzi, ma anche per la fabbricazione di fuochi d'artificio, miccette, tricche-tracche e castagnole) che in pratica rende impossibile la vita.
Con un comunicato sconcertante la Nasa rendeva noto che sul suolo marziano è impossibile far crescere asparagi, fagiolini e rape, cosa che solo pochi giorni prima era apparsa altamente probabile.
Ma non tutti sono d'accordo con questa diagnosi: c'è anche chi dice: il perclorato? E perché dovrebbe impedire la vita? Visto che è abbondantemente presente anche sulla Terra: ad esempio nel deserto di Atacama, in Cile.
E poi, proprio ieri, il sospiro di sollievo: Peter Smith ha invitato tutti alla calma e alla pazienza: la vita su Marte è possibile, questo benedetto perclorato c'è, ma capire come agisce è cosa lunga e complessa. Insomma, i marziani, probabilmente, ci sono. E stanno facendo litigare gli scienziati del nostro pianeta.
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