(AGI) - Roma, 5 giu. - Hanno dato risultati positivi i primi test realizzati a Frascati della nuova tecnica messa a punto da un ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Pantaleo Raimondi. I test, seguiti con grande attenzione dai principali laboratori di fisica del mondo, potrebbero portare alla nascita di nuovi acceleratori di particelle, le macchine che la scienza utilizza per esplorare le strutture fondamentali dell'Universo. Grazie alla tecnica messa a punto da Raimondi, infatti, dovrebbe essere possibile aumentare dieci volte l'efficienza degli acceleratori diminuendo notevolmente l'energia necessaria. Insomma, si apre la possibilita' di 'dopare' le macchine esistenti e di crearne delle nuove molto piu' potenti e capaci di rispondere ai grandi misteri della natura di tutte le cose, misteri a cui gli scienziati non riescono ancora a dare risposta. Negli acceleratori dove si scontrano fasci di particelle - come ad esempio LHC, la
gigantesca macchina che verra' inaugurata in ottobre al laboratorio europeo del CERN di Ginevra - le tecnologie hanno gia' raggiunto il massimo di particelle che si possono inserire in ogni fascio. E si possono cosi' avere solo una certa quantita' di scontri (che permettono di studiare le strutture profonde dell'Universo) in un certo tempo su un certa superficie. Pantaleo Raimondi ha pero' sviluppato una tecnica gia' nota, l'incrocio a X dei fasci, l'ha modificata, e l'ha adattata agli acceleratori dove le particelle collidono. Per fare questo ha modificato la macchina DAFNE (scritto con la phi greca) dei Laboratori di Frascati - dove dirige la Divisione Acceleratori - arrivando in soli due anni dall'idea alla realizzazione concreta: con la stessa energia di prima la macchina DAFNE puo' vedere ora molti piu' scontri, cioe' piu' eventi. Ha aumentato, come dicono i fisici, la propria 'luminosita' '. (AGI)
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