Si chiama MOA-2007-BGL- 192Lb e orbita attorno a una stella che è forse un milione di volte più debole del Sole
MILANO - C'è eccitazione fra gli astronomi per la scoperta del più piccolo pianeta individuato finora attorno a una stella normale. Un altro lievemente minore venne rilevato nel circondario di una stella a neutroni, una pulsar, la quale lanciando poderosi fasci di radiazioni ucciderebbe qualsiasi eventuale forma di vita esistente sul vicino corpo celeste. Quindi, la ricerca di un pianeta gemello della Terra, gemello in ogni senso come dimensioni e natura, diventa interessante se è attorno a una stella normale. Per la verità anche quello rilevato ora da Nicholas Rattenbury dell’Università di Manchester e David Bennett dell’University of Notre Dame utilizzando il nuovo telescopio MOA-II sul Mount John Observatory in Nuova Zelanda, si trova nelle vicinanze di un astro un po' diverso dal nostro Sole che brucia e brilla. Il MOA-2007-BGL- 192Lb, come è stato chiamato, si trova nelle vicinanze di una stella di contenute dimensioni che potrebbe essere
una nana rossa o una nana bruna in grado di diffondere ben poca luce e riscaldando perciò ben poco il pianeta: è infatti circa tremila volte o forse anche un milione di volte più debole del Sole.
OCEANI D'ACQUA - Comunque il pianeta si trova nella ipotetica zona abitabile a una distanza equivalente a quella del nostro Venere rispetto al Sole. E se l'astro garantisce poco calore, il resto, ipotizzano gli scopritori, potrebbe arrivare dal nucleo interno caldo dello stesso pianeta che ha una dimensione circa tre volte la Terra. Con questo ragionamento gli astronomi azzardano la possibilità che vi siano anche degli oceani d’acqua, mantenuti liquidi appunto dal calore interno, mentre potrebbe essere pure avvolto, aggiungono, da una sottile atmosfera. L’ambiente apparirebbe insomma forse simile al nostro freddo pianeta nano Plutone. La scoperta del gelido corpo è frutto della tecnica di osservazione detta «lente gravitazionale» per cui la stella madre col nuovo pianeta (che però non si vede ma se ne avverte la presenza) viene amplificata nell’immagine quando la sua luce sfiora un astro molto massiccio posto tra noi e la stella in oggetto. A
fare questo effetto è proprio la forza di gravità del corpo massiccio che funziona proprio come una lente ingigantendo l’oggetto che gli sta dietro.
PIANETA GEMELLO - «Abbiamo compiuto un altro passo significativo verso la scoperta di un pianeta gemello alla Terra - dice David Bennett - perché abbiamo affinato i modi per arrivare ad individuarlo» . Finora gli strumenti disponibili non sono così potenti per avvistare direttamente un corpo del genere e così la loro esistenza è avvertita studiando per esempio le anomalie del comportamento della stella madre o misurando la sua variazione di luminosità. Proprio la settimana scorsa un convegno di astronomi americani tenuto a Pasadena, in California, ha discusso la costruzione di un osservatorio spaziale capace di fotografare i pianeti extrasolari. Un aiuto intanto arriverà dal successore dello space telescope Hubble, il James Web Telescope, che la Nasa manderà in orbita nel 2013 scandagliando il cielo nell’infrarosso. Ma proprio a Pasadena gli astronomi erano convinti nel dire che potremmo trovare anche un pianeta più grande del nostro in grado
di ospitare la vita: la taglia non è un ostacolo. Altre sono le condizioni più importanti e ovviamente tra queste l’acqua e una giusta temperatura.
Giovanni Caprara
03 giugno 2008
http://www.corriere .it/scienze_ e_tecnologie/ 08_giugno_ 03/scoperto_ piccolo_pianeta_ 712540f8- 31a2-11dd- a85a-00144f02aab c.shtml