08/02/15
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"Chi ha paura di sognare
e' destinato a morire"
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Robbie Williams il re del pop a caccia di Ufo
E’ il frutto di un viaggio in Nevada fatto per incontrare i rapiti dagli alieni, sua ossessione







LONDRA
E’ sempre stato un ragazzo particolare. Sensibile, un po’ nevrotico, soggetto a depressione, per nulla placato dalle montagne di quattrini che si andavano ammassando sul suo conto in banca dopo l’uscita dai Take That e man mano che la sua carriera - di cantante solista, icona gay e idolo delle ragazze - arrivava a vertici raramente toccati da altri colleghi. Da poco più di un anno, i fans aspettavano notizie non senza apprensione: dopo il 18 dicembre 2006, finalissima di un trionfale tour mondiale che s’intitolava non a caso «Incontri Ravvicinati», Robbie era infatti sparito dalla circolazione, senza che neanche una mattana venisse in tanti mesi registrata a suo carico.

Agli ansiosi darà risposta il 6 maggio prossimo un documentario di 30 minuti che andrà in onda su Radio 4 in Inghilterra: qui la popstar si riaffaccia in una veste insolita, ma non ignota a coloro che ne seguono più da vicino la saga. Insieme con il documentarista Jon Ronson, ha preparato Journey on the Other Side, viaggio dall’altra parte: è un viaggio nel mondo degli Ufo, di cui Robbie è cultore assiduo, avendo ereditato questo tipo di passione da sua madre, come egli stesso ha confessato: «Mia mamma leggeva i tarocchi e faceva lettura della mano. Parlava di spiriti e fantasmi e in casa c’erano tanti libri sui misteri, sugli elfi, sui demoni e sulla stregoneria. Forse è per questo che ora ho voglia di sapere di più sugli UFO: magari così mi rendo anche conto del perché non riesco a dormire la notte, e mi assale la paura. Un incontro con gli extraterrestri è probabilmente la cosa più importante che possa accadere, e sono stupito che la gente sia poco interessata a queste cose».

Certo, anche questo è un buon modo di evadere da un mondo come il nostro, che dà sempre meno soddisfazioni; ma par di capire Robbie sia soprattutto alla ricerca di qualcosa che lo riguarda molto da vicino. Fatto sta che, a 34 anni, si è deciso. Finito l’ultimo concerto, ha riposato, si è ricoverato in rehab per riprendersi dagli stravizi del tour, si è dedicato a lunghe camminate e al football. E’ lo stesso Jon Ronson a raccontare, sul Magazine del Guardian appena uscito: «Un giorno mi ha chiamato, e mi ha chiesto: vuoi venire con me a Laughlin, in Nevada?». Lì c’era un convegno di appassionati di Ufo: «Robbie mi ha detto di aver speso un sacco di tempo su Internet, su siti come AboveTopSecret.com, e di voler andare a incontrare quella gente: "voglio fare qualcos’altro che non sia star seduto sul letto e guardare le notizie in tv. Potremo sentire le testimonianze dei rapiti dagli alieni. Ho saputo che ce ne sarà un’intera famiglia, ho letto di un chirurgo che ha estratto da umani 15 oggetti metallici di materiale non terrestre”».

Lo scetticismo iniziale di Ronson non smonta la star, che insiste finché il documentarista non prende un aereo e va a suonargli a casa a Los Angeles, dove Williams vive da tempo per ripararsi dalla furia amorosa dei fans inglesi: «Mi ha accolto con la sua girlfriend, l’attrice Ayda Field, che guardava un dvd sugli Ufo. Mostrava una lunga barba: mi ha detto che gli sembrava adatta per andare al convegno in Nevada e non sembrare matto. In fin dei conti Robbie non si prende una pausa da 18 anni: "Hai mai visto una popstar con la barba? Non ci viene permesso"».

Segue volo su aereo privato, atterraggio a Laughlin, ingresso al convegno. Robbie si appassiona al libro di una signora il cui figlio Jason sostiene dall’infanzia di esser prelevato dagli alieni per imparare i segreti dell’universo; nella loro lunga conversazione, Jon Ronson coglie l’interesse di Williams per il ragazzo: «Ha amici?» chiede alla donna. «Non più, da quando è uscito il mio primo libro». «Sembra me - mormora - quando sono entrato nei Take That. E’ stato come partire in astronave. Quando tornavo a casa, gli amici dicevano: "E’ strano, adesso"». Forse Robbie, più che gli Ufo, cerca se stesso. Dal viaggio a Laughlin è stato comunque tratto il documentario.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/musica/grubrica.asp?ID_blog=37&ID_articolo=918&ID_sezione=62&sezione=




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