14/04/2008
Ha osservato il cielo da dietro un telescopio. Ha messo a confronto tonnellate di dati. Ha effettuato migliaia e migliaia di calcoli. E, alla fine, ha tirato le conclusioni. “La Nasa si è sbagliata di grosso. Le possibilità che l’asteroide Apophis colpisca la terra non sono una su 450mila, bensì una su 450”. Un evento. Dai laboratori dell’istituto astrofisico di Postdam, un astronomo solitario è riuscito a correggere i calcoli di una nutrita equipe di specialisti della più grande agenzia internazionale di ricerca aerospaziale militare e civile. E gli scienziati americani, dopo aver ricontrollato il proprio lavoro, tutti a ricoprirsi il capo di cenere. A scusarsi con lui con lettere ufficiali e mail personali. Ma l’astronomo in questione spera di poter presto raggiungere i colleghi americani, quelli che ha appena sbugiardato. Magari quando sarà più grande. Visto che ha soltanto 13 anni, Nico Marquardt, l’enfante prodige dell’Astrofisica. E che sogna di poter, un giorno,
lavorare proprio alla Nasa, a Houston o al Kennedy Space Center.
Ma la sua non è quel che si dice una bella scoperta. Una probabilità su quattrocentocinquan ta non è molto, ma non è neanche poco. Il mondo, dunque, rischierà l’impatto con l’asteroide Apophis (dal dio egiziano della distruzione) , di circa 320 metri di diametro, pesante circa 200 miliardi di tonnellate, per ben due volte. All’incirca il 13 aprile 2029 e il 13 aprile 2036. L’enorme macigno passerà a 32.500 km dal nostro pianeta, un decimo della distanza terra-luna. L’urto causerebbe onde di tsunami enormi, uccidendo milioni di persone con una forza d’impatto pari a 65mila volta la bomba atomica di Hiroshima.
N.F.
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