Archeologia, nuovo studio sulle piramidi: esprimono il linguaggio degli dei
La tesi dell'architetto Gasbarri č frutto di ''una serie di complessi calcoli geometrici e astronomici" da lui individuati "in 20 anni di ricerche"
Roma, 8 apr. (Adnkronos)- Nuovo studio sui misteri delle maestose piramidi egiziane. Secondo lo studioso italiano Stefano Gasbarri, le piramidi erano templi "espressione del linguaggio degli dei, esprimevano cioe' la prova tangibile che i faraoni erano divinita' incarnate sulla Terra". Per Gasbarri, architetto specializzato presso l'Istituto Superiore di Sanita' in Edilizia Sanitaria e progettista di numerosi complessi ospedalieri in Italia ed in Africa, gli architetti che progettavano le piramidi e che erano i sommi sacerdoti del faraone-dio in terra, "attraverso le forme di quegli eterni, quanto affascinanti monumenti, volevano testimoniare che i corpi custoditi in quelle tombe erano appunto l'espressione terrena degli dei incarnati".
A differenza dei piu' noti egittologi e archeologi che si sono sperimentati su questa stessa tesi, Gasbarri, 69 anni e grande appassionato di storia dell'architettura egizia, e' arrivato a questa conclusione "attraverso una serie di complessi calcoli geometrici e astronomici" da lui individuati "in 20 anni di ricerche".
"Dico le stesse cose che dicono gli egittologi, ma con un linguaggio ed un metodo differente: quello della geometria e dell'astronomia relativa al movimento del Sole" spiega all'ADNKRONOS Gasbarri che ha appena pubblicato i risultati del suo studio nel volume "Simboli geometrici e astronomici dell'antico Egitto - dalla piramide di Cheope all'esodo degli ebrei dalla terra dei faraoni" (edizioni Kappa).
Nel suo volume, Gasbarri riporta le conclusioni della sua ventennale ricerca condotta "sui simboli geometrici e astronomici desumibili dalla forma e dimensioni delle piramidi dei faraoni Cheope, Khepren, Smefru e Mykerinos", secondo i nomi tramandati dalla tradizione greca ed ellenistica, piramidi tutte appartenenti quindi a sovrani inseriti nella IV dinastia.
"Il mio studio -afferma- e' partito dalla piu' affascinante relazione geometrica, passata alla storia della scienza come la 'quadratura del cerchio', il simbolo che meglio rispecchia l'idea della 'identificazione dell'uomo con dio'". Gasbarri racconta che tutto e' partito dai tanti quesiti che gli vennero in mente nel corso delle prime di una lunga serie di visite nel sito archeologico dove si ergono le piramidi della IV dinastia. "In quei primi viaggi -dice- mi sono chiesto come mai le piramidi della IV dinastia erano cosi' maestose ma del tutto anonime e come mai la loro forma geometrica fosse cosi' perfetta. L'idea che mi venne in mente fu che gli architetti, nonche' sommi sarcedoti del faraone, attraverso i simboli della geometria e del percorso del Sole in quell'area geografica, volessero tramandarci un messaggio".
"Ho deciso cosi' di analizzare i progetti antichi delle piramidi scaturiti -continua lo studioso- dai rilevamenti archeologici degli egittologi Vito Maragioglio e Celeste Rinaldi. E' da li' che sono partito". "Nel corso degli anni -continua ancora- ho provato a fare delle misurazioni, a mettere a confronto le coincidenze che accomunavano le diverse piramidi, attraverso calcoli legati sia alla geometria di questi monumenti che al movimento del Sole alla latitudine in cui le piramidi furono costruite, seguendo calcoli astronomici" .
"La risposta ai miei calcoli -prosegue Gasbarri- e' stata sempre pari alla data di incoronazione dei faraoni delle piramidi da me studiate, cifre, e quindi date, coerenti con gli studi dei piu' famosi egittologi. In altre parole, con il mio metodo, cioe' attraverso la geometria e l'astronomia, sono approdato alle stesse conclusioni. I miei studi, pero', vogliono indicare un metodo d'indagine diverso che puo' servire a continuare altre ricerche".
"Vorrei sottolineare -conclude- che la geometria e' la scienza che descrive le leggi che governano l'Universo, leggi che si ritiene siano dettate da dio-creatore, ed il Sole, quindi l'astronomia legata a questo corpo celeste, e' la stella dell'Universo di riferimento nella quale il faraone si identificava. Ecco perche', con il metodo da me proposto, penso si possa affermare che i sommi sacerdoti e architetti egiziani volessero con le piramidi esprimere il linguaggio degli dei incarnati nella figura del faraone".
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