Modelli climatici migliorati applicati alle serie storiche e ai più recenti dati disponibili tendono a escludere gli scenari più catastrofici legati al riscaldamento globale, che prevedevano un incremento delle temperature globali medie fra 2,2 e i 4,7 °C. L'aumento dovrebbe infatti essere contenuto fra 1,2 e 3,9 °C. Se i tassi di emissione dei gas serra non scenderanno verrà però comunque superata la soglia dei 2 °C (red)Gli scenari più estremi previsti dai modelli di riscaldamento globale dovrebbero essere scongiurati, anche se c'è concretamente ancora il rischio che nei prossimi 50-100 anni venga raggiunta e forse superata la soglia di un riscaldamento medio di 2 °C, sotto la quale sarebbe necessario rimanere per evitare conseguenze ecologiche comunque gravissime, a partire da un preoccupante aumento del livello dei mari. È questo il risultato di uno studio effettuato da un gruppo internazionale di ricerca che pubblica in proposito un articolo su
“Nature Geoscience”.Le simulazioni precedenti prevedevano che con le attuali emissioni di gas serra la stabilizzazione delle temperature (o equilibrium climate sensitivity, ECS) si sarebbe raggiunta per un aumento delle temperature globali medie compreso fra 2,2 e 4,7 °C, mentre sul più breve termine si sarebbe assistito a una risposta climatica rapida (transient climate response, TCR) con un aumento attorno agli 1,8°C; la nuova ricerca prevede invece una ECS nell'intervallo 1,2-3,9 °C e una TCR di 1,3°C.
“L'eventuale riscaldamento a lungo termine dopo la stabilizzazione climatica rimane piuttosto incerto – commenta Alexander Otto dell'Università di Oxford, primo firmatario dell'articolo - ma per la maggior parte delle decisioni politiche necessarie, la TCR per i prossimi 50-100 anni è ciò che conta”.
I risultati di Otto e colleghi sono stati ottenuti tendendo conto sia delle serie storiche dal 1850 al 2005 sia dei più recenti dati relativi alle temperature globali, che nel corso dell'ultimo decennio hanno indicato una leggera flessione nell'incremento della temperatura rispetto a quello registrato nei decenni precedenti. A questo insieme di dati sono stati applicati i più aggiornati modelli per la valutazione dei flussi di energia e dell'energia accumulata dal sistema climatico nelle sue diverse componenti, ossia oceani, continenti, calotte glaciali e atmosfera.
Il grafico (All.1) indica le variazioni nella temperatura media globale rispetto alla media 1960-1990.Sono evidenziati con linee colorate i valori di temperatura media per il periodo di riferimento 1860-1879 (nero), di alcuni decenni recenti: anni settanta (blu), ottanta (verde), e novanta (giallo) del XX secolo, il primo decennio del XXI secolo (rosso), e del periodo 1970-2009 (linea grigia più lunga). (Cortesia A. Otto et al / Nature)
Questi progressi nella capacità di raccolta ed elaborazione dei dati, hanno permesso per esempio di scoprire - osserva uno degli autori, Jochem Marotzke del Max-Planck-Institut per la meteorologia di Amburgo - che “negli ultimi dieci anni, il pianeta nel suo complesso ha continuato a riscaldarsi, ma il riscaldamento è avvento in gran parte a carico delle acque oceaniche profonde, piuttosto che in superficie."
Secondo le stime elaborate, ben il 94 per cento dell'eccesso di energia entrato nel sistema fra 1971 e 2005 in seguito all'aumento dei gas serra è stato assorbito dagli oceani, il 2 per cento circa dallo scioglimento dei ghiacci, il 3 per cento dai continenti e solamente l'1 per cento sarebbe rimasto in atmosfera.
"Chiaramente, i nuovi dati che contribuiscono a escludere gli scenari più estremi per i tassi a breve termine del riscaldamento sono una buona notizia”, ha concluso un'altro dei ricercatori coinvolti, Reto Knutti del Politecnico federale di Zurigo. “Tuttavia, sebbene la risposta sia nella parte bassa dell'intervallo di incertezza, se le attuali tendenze nelle emissioni continueranno, di fronte a noi c'è ancora la prospettiva di un riscaldamento ben oltre l'obiettivo dei due gradi che i paesi hanno concordato, se le tendenze attuali continuano emissioni."
tratto da
lescienze.it