08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
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"Chi ha paura di sognare
e' destinato a morire"
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L’energia vitale: tra scienza ed esperienza









Il concetto di energia vitale è quasi completamente sconosciuto in Occidente. I medici e gli scienziati riconoscono la presenza di diverse energie nel corpo umano, come quella chimica o elettrica, ma preferiscono lasciare la questione della vita ad altri campi, come la religione e la spiritualità. Invece, l'energia vitale è un elemento molto preciso e reale, sebbene ancora oggi non disponiamo di strumenti adeguati per riconoscerla completamente.


L'essere umano, così come gli animali e i vegetali, si distingue dalla semplice materia per diversi fattori, ma soprattutto perché è vivo. Nel mondo si discute molto su cosa sia questa vita, come già detto, gli scienziati la ignorano e spiegano il funzionamento del corpo umano come il prodotto di energie chimiche, elettromagnetiche, fisiche e così via; l'uomo è visto come una fabbrica chimico-fisica.


Diversamente, una visione più spirituale considera la vita come un qualcosa che permea tutto l'universo, che lo ordina e che lo fa progredire lungo una linea definita evoluzione.
Da questo punto di vista, l'essere umano non è composto solo di materia, di carne e muscoli, ma anche di un “campo energetico” che mantiene in vita il corpo fisico facendo funzionare gli organi, rinforzando il sistema immunitario, attivando le numerose funzioni basilari. Ad esempio, la digestione è regolata da principi chimici, ma anche dall'energia vitale: si nota infatti che quando è presente stanchezza o malattia – ossia una condizione energetica bassa – la digestione ne viene compromessa o rimane meno efficiente.


Ciò che vogliamo sottolineare è che il corpo umano è mosso da un'intelligenza viva che sa come operare e conosce le leggi dell'universo. Essa è passata attraverso milioni di anni di evoluzione, conoscendo l'ambiente e adattandosi continuamente per garantire la migliore sopravvivenza dell'organismo. Ha sviluppato milioni di forme viventi sempre allo scopo di verificare quali siano le più adatte per ogni condizione ambientale; prosegue ora il suo cammino attraverso la forma umana, l'uomo, considerato l'apice di questo grande lavoro evolutivo.
Ecco che quando ci nutriamo di un cibo vivo, alimentiamo non solo il corpo fisico, ma anche quello energetico, ossia rinnoviamo la nostra vitalità che progressivamente viene consumata nelle attività quotidiane. In altre parole, assorbiamo la sua energia vitale.
L'essere umano dispone sin dalla nascita di un certo quantitativo di vitalità che viene consumato vivendo la vita. Per questo necessitiamo di riposo e di recupero e sempre per questo la mattina ci sentiamo meglio della sera precedente. Il riposo da solo però non è sufficiente a ripristinare il livello energetico ottimale. Occorre assorbire energia vitale dalle fonti fornite dalla natura stessa, e il cibo è una delle principali.
La vita è presente nel cibo, che sia un frutto, un chicco o un animale, ma anche nell'acqua, nell'aria, nella terra. Provate a camminare a piedi nudi su un prato, a bere acqua di fonte, a respirare aria fresca del mattino in montagna…
Esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che due gruppi di cavie, uno nutrito con alimenti secchi e morti e l'altro con gli stessi alimenti vivi, avevano un destino diverso: il primo gruppo moriva entro 15 giorni mentre l'altro viveva bene e si moltiplicava.


Da questo semplice esperimento si deduce che non è sufficiente che un cibo sia ricco di principi nutritivi perché l'essere umano ha bisogno anche di energia vitale. Un cibo conservato in scatole di metallo, oppure ridotto a farina, cotto a lungo e sottoposto a numerose lavorazioni viene privato della sua vitalità e questo ha delle ripercussioni sulla vita umana.
Non esistono ancora studi scientifici che indichino precisamente la correlazione tra energia vitale dei cibi e vita umana, però siamo certi che continuando a nutrirci di alimenti morti non favoriamo la vitalità. Chiarita l'importanza dell'energia vitale, possiamo stabilire alcuni parametri che permettono di verificarne la presenza negli alimenti.


Capacità riproduttiva - La vitalità si esprime prima di tutto come capacità di generare altra vita. Se ad esempio si pianta in terra un chicco di riso integrale, un legume, una patata… questi riprenderanno il proprio ciclo vitale e daranno vita ad un'altra pianta, mentre sotterrando un pezzo di pane, una pesca sciroppata, uno spaghetto, essi semplicemente si deterioreranno nel terreno.
Tempo intercorso dalla raccolta - Qualsiasi frutto riceve la propria energia vitale dalla pianta di origine. Una volta staccato, inizia a deperire. Le fragole ne sono un esempio evidente. Quando il frutto appassisce e poi inizia a marcire significa che ha progressivamente perso la propria energia vitale. Allo stesso modo, una verdura come l'insalata o la carota, una volta separate dalla terra iniziano a perdere vitalità. Lo stesso discorso vale per gli animali, anche se in questo caso la perdita di energia vitale avviene in misura quasi completa con la morte. È interessante osservare che – salvo rare eccezioni – l'animale carnivoro non si nutre di animali morti, ma li caccia, li uccide e li mangia subito, e così faceva anche l'uomo antico. Questa abitudine è oggi rimasta viva solo in alcune culture tribali o in certe tradizioni alimentari.


Metodo di conservazione - Fermo restando che il cibo andrebbe consumato fresco per ricevere il massimo di energia vitale, essa può variare di molto a seconda di come viene conservato l'alimento. Ad esempio, l'essiccazione è meno violenta della cottura o della surgelazione. Spesso, seminando un pisello secco, questo germoglia e da vita ad una pianta, quando uno cotto o surgelato non ne sono più capaci.


Sistemi di cottura - In generale qualunque tipo di cottura distrugge velocemente l'energia vitale del cibo. Esistono comunque differenze notevoli tra una semplice “scottatura” ed una cottura prolungata in forno a 250 gradi, oppure con il microonde che, sebbene rapido, distrugge la struttura interna della materia, provocando rotazione veloce delle molecole d'acqua.
Profumo, colore, consistenza - Sono tutti parametri che si deteriorano velocemente con la perdita della vitalità. Curiosamente in India è proibito annusare un fiore nei negozi specializzati perché si ritiene che questo gesto ne porti via la vitalità. Indubbiamente, i colori e i profumi migliori sono nel frutto quando è ancora unito alla pianta di origine, e lo stesso principio vale per la carne, i cereali e ogni altro alimento. Soprattutto con questi parametri, giocano un ruolo fondamentale i nostri sensi; la vista, l'olfatto e il tatto, prima ancora del gusto, possono dirci molto del cibo in esame, sempre che non siano desensibilizzati a causa dello stile di vita moderno. Provate a fare dei confronti tra il profumo della frutta normale e il profumo di quella biologica, o meglio ancora appena raccolta, e noterete delle differenze!


Strumenti di rilevazione - Anche se non hanno ancora avuto un riconoscimento unanime dalla comunità scientifica, esistono diversi strumenti in grado di rilevare la vitalità di un alimento. I più sofisticati si basano su parametri quali la vibrazione molecolare, il calore, la luminosità ed altri ancora. È interessante notare che spesso i risultati coincidono con l'osservazione diretta e quindi ne dimostrano l'attendibilità. Un esempio su tutti è la Classificazione bioenergetica di Simoneton. […]

Fermo restando che l'osservazione diretta è senz'altro il metodo migliore perché si basa sull'istintiva capacità di riconoscere gli alimenti vivi, senz'altro l'aiuto di tecnologie d'avanguardia può essere utile laddove il cibo sia “mascherato”, come ad esempio l'insana abitudine di colorare e profumare le verdure e la frutta per renderle più attraenti, o di colorare di rosso i gamberetti per mascherare la perdita di freschezza.


Non sempre è facile e semplice riconoscere l'energia vitale di un alimento. Ad esempio vi sono cibi che sembrano fornire energia vitale quando in realtà non è così, ma addirittura il contrario. Ad esempio, consumando alimenti come il caffè, la cioccolata e gli alcolici ci si sente subito più lucidi e vivi, ma ciò non accade perché essi forniscono energia vitale – in quanto ne sono completamente privi – ma perché essendo tossici e irritanti per l'organismo, stimolano le reazioni di difesa e quindi l'energia che si percepisce è quella della reazione che viene messa in atto per neutralizzare l'effetto tossico. Questi cibi quindi non forniscono energia, ma la consumano. Difatti, per avere sempre il medesimo effetto di vitalità, occorre nel tempo aumentarne la dose. Inoltre, se si smettesse all'improvviso di consumarli, si sperimenterebbe un profondo stato di spossatezza, ossia il reale stato di impoverimento energetico da essi causato.


Quali sono i benefici che derivano dal consumo di cibi vivi?
L'energia vitale che forniscono all'organismo si traduce in un potenziamento del sistema immunitario, pertanto essi sono di grande valore nella prevenzione e nel mantenimento della salute.
Il sistema immunitario è composto per la maggior parte di microrganismi utili che combattono quelli nocivi. In condizioni di stanchezza diminuisce la forza vitale di questi batteri e ci si ammala più facilmente, perché si registra un abbassamento delle difese immunitarie. Nutrirsi di cibo vivo significa dare vitalità proprio ai microrganismi che si occupano di difendere il corpo e di proteggerlo.
Viceversa, gli alimenti con poca o nulla energia vitale riducono e indeboliscono progressivamente il sistema immunitario e la salute peggiora… senza contare la perdita di entusiasmo, della gioia di vivere e delle capacità intellettive.

La domanda che dobbiamo porci e alla quale non abbiamo ancora una risposta definitiva è la seguente: come questi cibi influiscono sull'energia vitale del corpo umano?


Ad esempio, da molti anni i tassi di fertilità nelle giovani coppie diminuiscono, tanto che è sempre più difficile avere figli. Le cause possono essere molte, dall'inquinamento, allo stress, a decisioni personali, ma potrebbe anche incidere il fatto che la maggior parte dei cibi di cui ci nutriamo sono ibridi, ossia hanno perso la loro capacità riproduttiva.
Esistono già prove di laboratorio effettuate sugli animali: la conseguenza di un programma alimentare basato esclusivamente su cibi OGM è un sistema immunitario più debole.Una considerazione a parte meritano i cibi cosiddetti “ibridi” e gli OGM (organismi modificati geneticamente). In entrambi i casi, anche se in modo differente, siamo di fronte ad una manipolazione umana che alterna la natura. I cibi ibridi sono vivi, ma hanno perso la capacità riproduttiva, nel senso che i semi di una zucchina ibrida non faranno mai nascere una nuova pianta. Gli OGM e ancora peggio i futuri cibi clonati, vengono prodotti modificando in laboratorio il DNA, ottenendo alimenti superiori da un punto di vista nutrizionale, ma completamente alterati come energia vitale.

Purtroppo fino ad oggi non disponiamo di studi definitivi e di sperimentazioni sul lungo periodo, come 10-20 anni. Sebbene sia dimostrato scientificamente che il consumo di un cibo OGM non produca effetti collaterali indesiderati nell'immediato, come possiamo essere sicuri che nutrendoci per molti anni di questo cibo non si presentino conseguenze? Nessuno scienziato può attualmente dare una risposta a questo quesito e purtroppo gli interessi economici stanno prevalendo sulla prudenza e sul buon senso, per cui c'è realmente il pericolo che questi cibi riempiano le nostre dispense in breve tempo senza neppure che ce ne rendiamo conto.

In conclusione, appare evidente che il concetto di energia vitale – ancora oggi messo in discussione da parte del mondo scientifico – sia in realtà un elemento fondamentale per una sana e corretta alimentazione. Provare per alcuni mesi ad aumentare l'assunzione di cibo vivo e ad eliminare il più possibile quello morto è un esperimento semplice che chiunque può condurre direttamente sulla propria persona, notando sin dai primi pasti un profondo cambiamento in termini di vitalità, lucidità, forza, prontezza e acume mentale.

Tratto dal libro:
Giacomo Bo e Nadia Damilano Bo, Verso una salute globale, Re nudo 2006




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