Di fronte alla crisi di sistema che il pianeta attraversa, forse è tempo di prendersi più responsabilità. Prendersi cura di noi stessi, prendersi cura degli altri, prendersi cura della polis.
Viviamo un momento di crisi epocale, che non è solo economica una crisi sistemica, di un modello di sviluppo drogato e insostenibile. Una crisi che ormai è entrata nelle case, nei bilanci famigliari di almeno l’80% della popolazione. Di fronte a questa realtà,da un pò di tempo ci stiamo interrogando se non sia il caso di valutare una assunzione di responsabilità da parte del mondo della ricerca interiore per dare un contributo di chiarezza per fuoriuscire da questa crisi etica, ambientale, sociale, culturale. Non è una valutazione semplice, poiché da una parte è chiaro che per noi politica non può che essere prendersi cura della polis, della cosa pubblica con uno spirito e una comprensione che non nasce da ideologie precostituite, ma da processi di decondi Majid Valcarenghi dizionamento e consapevolezza.
Lungi quindi mille miglia dalla concezione corrente della politica intesa come mediazione tra rapporti di sopraffazione per realizzare ciò che è possibile. Questo è chiaro. D’altra parte però è anche chiaro che la politica in sè sia uno strumento inadeguato, incapace di affrontare la complessità dei problemi e la necessità di proporre un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Ma anche qui, la sostenibilità di cui parlo non è solo quella ambientale riferita alle fonti energetiche e propugnata dagli ecologisti. Ma anche un modello di sostenibilità di tipo economico come abbiamo descritto in Re Nudo 10 ECONOMIA, un modello che rovesci il rapporto di sudditanza della politica all’economia e in particolare a quei gruppi economici che tramite i grandi circoli come la Trilaterale, Bildelberg, la Councill on Foreign Relations e le multinazionali che vedono omnipresente la famiglia Rockefeller,dettano le regole alla politica istituzionale.
Noi possiamo indicare dove trovare le risorse necessarie per abbattere il debito pubblico e per investire in cultura, educazione, formazione, energie rinnovabili, nuove tecnologie (Di tutto ciò parleremo ampiamente nel prossimo Re Nudo LIBERTA’ DA LIBERTA’ PER). E’ un koan difficile da risolvere perché da una parte si riconosce alla politica l’inadeguatezza, dall’altra è difficile prescinderne, se vogliamo portare le nostre istanze, la nostra una visione di un altro mondo possibile. Questo è tema di confronto da tempo all’interno del Conacreis e di tanta parte dei movimenti espressione della nuova spiritualità. Un ulteriore sollecitazione ci viene dal movimento internazionale degli indignati che è arrivato ad individuare nelle banche il “nemico” da combattere ma forse non ha ancora totalmente chiaro chi stà dietro alle banche e cioè chi detta legge ai gruppi bancari che sono a loro volta esecutori, interfaccia di poteri multinazionali molto più forti.
Così alcuni gruppi e movimenti oggi propongono una forte riduzione delle spese militari per i nuovi armamenti ma non arrivano a mettere in discussione il senso dell’esistenza stessa degli eserciti nazionali in Europa e conseguentemente arrivare a proporre lo scioglimento tout court dell’esercito nazionale (editoriale di Re Nudo 12 “ Sciogliere le forze armate per rilanciare l’economia”). C’è come un velo consolidato da un condizionamento profondo che impedisce di andare alle radici, alla fonte dei problemi. C’è un condizionamento diffuso che limita la nostra consapevolezza. Come scrivevamo in Politica e Zen Un nuovo Manifesto, è difficile vedere l’ovvio che la consuetudine ha reso invisibile. Fate una prova su voi stessi: vi siete mai chiesti perchè negli ultimi quindici anni in pieno boom di utilizzo del web per le operazioni bancarie, in tutto il territorio nazionale si siano moltiplicati le filiali delle banche? Non avete mai realizzato che nelle vostre città oggi ci sono più sportelli bancari che panetterie? E ancora, quando vedete i muri di cinta con la scritta zona militare limite invalicabile che delimitano le migliaia di caserme , vi siete mai chiesto “Ma cosa c’è là dentro? Cosa fanno i nostri duecentomila militari stipendiati lì dentro? Quanto ci costano? Sapete che quelli che lavorano sono solo gli 8.500 uomini impegnati nelle missioni internazionali?
Ecco oggi come non mai il nostro compito credo sia,come il bambino che grida “Ma il re è nudo!” a svolgere il ruolo di quel bambino che svela ciò che condizionamento e consuetudine ha reso invisibile agli occhi di tutti. Con questo spirito oggi credo che i movimenti, le associazioni, i singoli individui che stanno crescendo nell’universo della nuova coscienza possano e debbano portare il loro contributo per vivere una prospettiva altra da quella che oggi la politica miope riesce a dare. Con l’umiltà di chi sa che il lavoro è immenso e difficile ma anche con la consapevolezza che non c’è altra possibilità per uscire da questa crisi epocale. A chi dice che questa è comunque un utopia perché nessuno ci darà ascolto, chiedo di ricordare il wuwei dell’i ching “nel momento della massima crisi si aprono grandi prospettive di rinascita” E non perché questo riecheggia anche nella profezia Maya e Tolteca, ma perché mai come oggi nel buio profondo di questa crisi, gli stessi responsabili e gestori della crisi stessa, si stanno rendendo conto di non avere gli strumenti per venirne fuori. Molti di loro non sanno letteralmente cosa poter fare al di là di trovare misure tampone per guadagnare un po’ di tempo.
Paradossalmente proprio questo barlume di consapevolezza di non sapere cosa fare crea uno spazio di ascolto,una disponibilità al confronto, impensabile fino a qualche anno fa. Ad esempio: vi ricordatre negli anni ’70-80 la grande ostilità della lobby del petrolio contro le energie rinnovabili? Era la strenua difesa dei propri interessi economici contro gli interessi del pianeta. Oggi non c’è quasi più questa ostilità perché si sono resi conto che il petrolio nel giro di un decennio o poco più scarseggerà. Quindi non per illuminazione della propria coscienza,ma per cause oggettive l’ostilità è cessata. Certo magari ridando forza alla lobby del nucleare ma è comunque un segnale importante che la crisi in se, crea spazi d’ascolto e di azione fino a ieri impensabili. Sta a noi di scegliere se continuare a delegare la gestione delle cose a “loro” o decidere di provare a prendersi cura delle cose in prima persona superando anche i pregiudizi e i giudizi che sicuramente abbondano anche nel nostro mondo. Perché è vero la politica è inadeguata ma forse noi potremmo portare nella politica un’ampiezza di vedute una libertà dai condizionamenti ideologici e culturali che potrebbe dare nuove prospettive. Anche per cambiare la politica così come l’abbiamo conosciuta.
Anche il Coordinamento delle Comunità di Ricerca Etico Sprituale sta lavorando ad un Manifesto per una spiritualità laica che sta alla base di questa visione decondizionata della realtà che ci circonda. Il
Conacreis sta anche lavorando ad un primo programma di riforme aperto ad altri contributi che arrivi a delineare un altro mondo possibile, per un altro modello di società, da sottoporre al mondo associativo, alla Rete, all’uomo della strada, alle forze politiche. Non abbiamo niente da perdere a parte il tempo. Ma forse ne vale la pena in questa situazione così disperata per il pianeta. Come il bambino della favola di Andersen, che in mezzo alla folla plaudente grida “Ma il re è nudo!”, abbiamo tutti il compito di vedere ed enunciare l’ovvio che la consuetudine ha reso invisibile. Dobbiamo imparare a vedere e descrivere la realtà con occhi nuovi, liberi dal condizionamento del passato. Come scrisse Michele Serra a proposito di Politica e Zen,un nuovo Manifesto, “ … con la vostra capacità di descrivere le cose con l’innocenza del bambino e la consapevolezza del saggio”.
tratto da
Renudo