Affermare che la malattia non esiste può sembrare una provocazione. In realtà non lo è.
Sono convinta che definirsi malati vuol dire accettare la sconfitta e l’impossibilità di cambiare.
La guarigione presuppone un cambiamento di stato mentale e fisico. E tale cambiamento
dipende da noi: solo noi in prima persona possiamo creare il nostro mondo e la nostra trasformazione.
In tutti i miei contatti con altre culture, dai nativi nord americani alla tradizione andina, allo yoga tantrico, alla tradizione hawaiana ho sempre sentito questo: tutto dipende da te, guarda la tua parte inconscia e chiediti chi sei, cosa vuoi essere e dove vuoi andare. Questo libro capovolge molti luoghi comuni sulla malattia e sulla condizione in generale di disagio psicofisico, troppo spesso definiti solo in base ai paradigmi culturali dominanti.
Lo stesso racconto di molte mie esperienze a contatto diretto con mondi tradizionali e sciamanici apparentemente molto diversi mi ha dato l’esperienza concreta che noi concretizziamo ciò in cui crediamo: ad esempio, se sono convinta che esiste una sola realtà mi muoverò realmente in quella sola realtà, se sono convinta che posso muovermi su più piani, lo farò realmente… ed è ciò che accade ogni volta che uso il viaggio sciamanico e la trance dance quando lavoro energeticamente sugli eventi traumatici di una persona e ogni volta che uso il Touch of Passion, un rituale matriarcale molto antico, quando lavoro terapeuticamente sullo sblocco dell’energia orgasmica, ecc.
È possibile intraprendere un percorso di guarigione inteso come crescita personale, partendo dal presupposto che è
nostro DIRITTO come esseri umani trovare il modo di vivere una vita soddisfacente e di ben-essere a livello psicofisico, guidata dalla Coscienza, e - come ci ricorda da millenni Buddha - che la sofferenza serve solo a indicare azioni da intraprendere per eliminarla in un'espansione esperienziale nella Passione, guidata dalla luce della nostra Scintilla Interiore.
Lo spirito con cui ho scritto
La malattia non esiste è quello di una persona che non si sente “arrivata” ma che, per le esperienze fatte sul campo e per gli insegnamenti ricevuti da più parti, ha elaborato una teoria personale sull’essere umano e sul modo con cui poterci entrare in contatto empaticamente e sostenerlo dal punto di vista terapeutico.
Visto, altresì, che tale teoria ha portato molto spesso (fortunatamente!) a notevoli successi, ecco che è giunta la spinta di comunicarla in forma scritta.
Il libro può fornire diversi punti di vista e percorsi per una autoterapia. Sembra contraddittorio che come terapeuta proponga una prospettiva di autoguarigione. Allora qual è il ruolo del terapeuta? È uno specchio, un indicatore di direzione, una fonte con cui confrontare le proprie consapevolezze, una possibilità di contatto reale in una relazione empatica che ha una sua “obsolescenza pianificata”, oggi più che mai non può che essere così!
Ho voluto scrivere questo libro per fornire il mio contributo a quel tipo di ricerca scientifica che parte dall’esperienza per desumerne delle teorie, anche se alcuni dei punti trattati in questo libro sono già stati affrontati in altri testi, soprattutto oltreoceano. Parto dalla mia esperienza perché ritengo che l’unico modo, come terapeuta, per essere uno strumento di cambiamento per l’altro passa dall’aver vissuto e vivere in prima persona ciò che si vuole trasmettere.
La condivisione di esperienze personali e riflessioni terapeutiche viaggiano spesso insieme per lo stesso motivo.
La teoria di base con la quale ho iniziato il mio percorso come psicoterapeuta è la
Gestalt Therapy, che è stata ed è tuttora il “filo di Arianna” che collega tante esperienze vissute in vari campi terapeutici e di crescita personale.
La teoria, che guida i miei interventi e percorsi terapeutici, oggi si fonda sul considerare la realtà in cui siamo quotidianamente immersi, e noi stessi, come cellule che ne fanno parte, entità che tendono all’integrazione perché costituite da parti diverse che si
interconnettono, scambiano e cambiano continuamente…basta volerlo!
Attualmente parlare di psicoterapia integrata non rappresenta una novità. in quanto in molti ambiti accademici questo approccio è sempre più accreditato.
La novità sta, a mio avviso, nell’uso di molte tecniche che provengono da culture tradizionali dal profumo matriarcale, che inserisco nei tempi e nei ritmi del processo terapeutico, e quindi nel tipo di relazione con il cliente. Gli scopi per questa integrazione di tecniche sono principalmente due: puntare all’aver coscienza di una maggiore interezza personale (un approccio integrato per un essere umano non certo integrato, ma integro!), e velocizzare il percorso di autorealizzazione.
Dall’approccio verbale alle esperienze corporee, alla Caccia all’anima, alle tecniche energetiche andine, al bonding, alle respirazioni energetiche, al Reiki, alle tecniche per riscoprire la propria vitalità e sessualità al di là della mente, al Touch of Passion, alla One Experience…
Il susseguirsi di esperienze che possono essere utili in momenti diversi del percorso terapeutico riequilibra l’eccessivo peso che, in genere, viene attribuito alle facoltà logiche e razionali. Ecco perché considero questo libro adatto sia a chi lavora nel campo terapeutico, sia a chi è interessato a trovare una strada personale per la propria scoperta e conoscenza interiore.
Oggi so, perché sperimentato, che le basi della guarigione hanno origine nella Coscienza. Quando la mente si rilassa ed allenta le sue difese la nostra Coscienza non ha limiti,
dunque come può esistere oggettivamente la malattia?Quando ho iniziato il mio percorso come terapeuta, però, questa consapevolezza non era così chiara.
La guarigione, in tutte le sue sfaccettature, è sostanzialmente un processo di ritorno ad un equilibrio naturale.Il gioco di creazione nel presente che nasce con ogni persona, fa della terapia un continuum di morti e rinascite che rende magico il percorso di trasformazione personale verso la consapevolezza dell’Io sono, oltre che del chi io sono. Comprendere che non esiste nulla di oggettivamente reale, dunque neanche la malattia della mente, è un enorme passo per preservare uno stato di benessere psicofisico…In barba a tutto il bombardamento pubblicitario e a tutti i bisogni di quei terapeuti che vorrebbero diventare sostituti “a vitalizio” della vita di chi chiede aiuto (bisogni, desideri e scelte comprese!).
Quando finisce una terapia nulla vale più della gioia commovente che provo nello stringere la mano o abbracciare per l’ultima volta quell’essere umano incontrato come cliente, e che ora saluto come persona libera nel suo presente, sapendo che non si volterà indietro a guardare un osservatore, perché ormai ha riconosciuto quello che si trova dentro di sé. Come molti filosofi e studiosi dell’essere umano affermano da sempre, nel presente non c’è spazio per situazioni fittizie, né per la paura, se non quella reale legata a situazioni contingenti di pericolo (qualcosa che va in fiamme o l’aggressione di un animale feroce), né per l’ansia, generata spesso da preoccupazioni verso eventi che devono ancora accadere.
Questi aspetti ho avuto modo di approfondirli nel mio blog
vivere sessualmente.comNel presente c’è, invece, spazio per la consapevolezza di esistere, di sentire il proprio corpo, le proprie emozioni mentre si stanno vivendo. Questi aspetti ho avuto modo di approfondirli nel mio primo libro, l’ebook SessualMente (Bruno Editore) che mi hanno spinto a creare il blog
vivere sessualmente.com per poter approfondire tematiche inerenti, in particolare, all’espressione dell’energia sessuale e della passione in tutte le sue forme.
Quando si è nel presente, l’eccitazione fluisce immediatamente nell’attività spontanea. Si è creativi, si ha consapevolezza di cosa si desideri realmente, si hanno i sensi “accesi”, come è per i bambini in tenera età.
È questa la dimensione che sfugge continuamente quando si procede per automatismi e per reazioni a stimoli esterni di pavloviana memoria. Se solo anche per pochi minuti al giorno fossimo consapevoli del nostro esistere al di là di ciò che accade attorno a noi, e di ciò che la mente ci costruisce, avremmo trovato la chiave per esprimere la nostra vitalità e per trarre piacere da ciò che siamo realmente.
Partendo dal “qui e ora”, ogni evento della realtà può portare ad un reale cambiamento. Mi auguro che
La malattia non esiste fornisca molti spunti di riflessione personale a chi mi leggerà, e che il modo di guardare alla vita e all’essere umano che propongo possa essere un accordo musicale di accompagnamento alle più diverse e svariate modalità terapeutiche che tengano conto di un essere umano “intero”.
Per salutarvi, mi piace citare anche qui, come nel libro, delle frasi scritte da S. B. Kopp che rispecchiano molto l’anima de La malattia non esiste:
"Nel viaggio alla ricerca della sua verità, il viandante impara che nessuno può insegnargli niente. Appena è capace di rinunciare al suo ruolo di allievo (o di cliente) impara che ha sempre saputo come vivere. Il segreto è che non ci sono segreti."tratto da
Terranauta